Hai appena aperto il tuo sito e ora ti stai chiedendo quanto tempo ci vuole per raggiungere la Top 10 di Google?

Beh, sappi che questa è la domanda che si pongono tutti all’inizio della loro “avventura digitale”.

Purtroppo, però, sul Web trovi di tutto e di più, per cui diventa difficile farsi un’idea concreta.

Grazie a questa nostra guida, invece, faremo definitivamente chiarezza in merito ad uno dei topic più discussi di sempre.

Top 10 di Google: indicizzazione = posizionamento?

Prima di parlare di quanto tempo di vuole per raggiungere la Top 10 di Google, è opportuno fare chiarezza in merito a 2 aspetti cruciali, quali:

  1. Indicizzazione
  2. Posizionamento

Infatti, molto spesso vengono erroneamente utilizzati come sinonimi.

In realtà, esprimono 2 concetti totalmente diversi tra loro, sebbene comunque strettamente correlati.

Quindi, a scanso di equivoci, diamo uno sguardo alle rispettive definizioni prima di entrare nel vivo dell’argomento in questione.

1. Cos’è l’indicizzazione?

In informatica, con il termine “indicizzazione” si intende l’inserimento di un sito web (ma anche una singola pagina web) all’interno di un database del motore di ricerca.

In parole povere, indicizzare il proprio sito su Google significa “far capire” a quest’ultimo che “esiste” ed è, per l’appunto, online.

A tal proposito, ecco un esempio banale per farti un’idea più completa.

Pensa a Big G come se fosse l’ufficio protocollo del tuo comune.

Bene, di conseguenza possiamo considerare i siti web come le numerose istanze che vengono inoltrate quotidianamente e, a seguire, archiviate all’interno dell’ufficio stesso.

Detto ciò, considera pure l’indicizzazione come quella fase propedeutica al posizionamento di cui parliamo nel paragrafo successivo.

2. Cos’è il posizionamento?

Il posizionamento, invece, altro non è che la “visibilità” del sito web, a seguito della sua stessa indicizzazione.

Se quest’ultima è un processo “istantaneo” (è sufficiente una scansione da parte dei crawler di Google), il posizionamento, invece, si sviluppa nel tempo.

A sua volta, poi, questo può essere:

  • Posizionamento a pagamento: è quello che si ottiene pagando il motore di ricerca affinché faccia comparire il tuo sito nei primi risultati, contrassegnandolo come tale.
  • Posizionamento organico: al contrario, questo si ottiene mettendo in atto tutta una serie di azioni, in modo tale che il sito soddisfi al meglio quelli che sono i requisiti del motore di ricerca stesso. Chiaramente, il posizionamento organico è quello più ambito, proprio perché duraturo nel tempo e in grado di portare più traffico al sito nel lungo termine.

Ora che abbiamo chiarito questi aspetti cruciali, analizziamo proprio quei fattori che influiscono sul posizionamento organico.

Quanto tempo ci vuole per raggiungere la Top 10 di Google?

Il tempo per raggiungere la Top 10 di Google può variare da qualche mese, fino ad arrivare anche a diversi anni.

Infatti, il posizionamento organico è influenzato dai seguenti fattori:

  1. Parole Chiave
  2. Prestazioni dell’Hosting
  3. Età del Dominio
  4. Qualità dei Contenuti
  5. Attuazione tecniche SEO
  6. Link Earning e Link Building

Oggigiorno, ottenere una buona visibilità in modo organico è tutt’altro che semplice.

Con il passare del tempo, sono aumentate le esigenze da parte degli utenti e, di conseguenza, i motori di ricerca hanno alzato parecchio i loro standard.

Senza contare, poi, la concorrenza, oramai davvero “spietata”.

Quindi, l’unico modo per entrare nella Top 10 di Google in tempi più rapidi consiste proprio nel “lavorare” duramente sui fattori qui sopra elencati.

1. Parole Chiave

Il primo fattore che influenza il tempo per raggiungere la Top 10 di Google è, sicuramente, la scelta delle parole chiave.

Dal momento che si tratta di un concetto molto ampio, è bene prendere in esame le loro caratteristiche principali.

Nel caso avessi già le basi, nella nostra guida di approfondimento sulle Parole Chiave troverai tutti i dettagli tecnici.

1.1 Tipi e caratteristiche delle parole chiave

In via preliminare, potremmo effettuare già una prima suddivisione in:

  • Short-Tail: con questa espressione si intende una, 2 parole al massimo. Ad esempio, “pantaloni”, “pantaloni uomo”, così come ogni possibile varianti, tipo “pantaloni da uomo” ecc.
  • Long-Tail: tale tipologia, invece, si riferisce a parole chiave che, in sostanza, sono delle vere e proprie frasi, come “dove comprare pantaloni da uomo scontati”.

A seguire, poi, dobbiamo prendere in considerazione le caratteristiche che determinano la loro “qualità”, ovvero:

  1. Volume
  2. Difficoltà
  3. Rilevanza

In cosa consistono? Come possono influire su un buon posizionamento?

Trovi le risposte a queste e ad altre domande nei sotto-paragrafi a seguire.

1.1.1 Volume

A proposito di quanto tempo ci vuole per entrare nella Top 10 di Google, il volume di ricerca è, sicuramente, un parametro che influisce parecchio sulla scelta delle parole chiave.

In parole povere, il volume di ricerca indica quante vuole è stata cercata proprio una determinata parola chiave.

Solitamente, tale valore viene espresso su base annuale ed è, per l’appunto, una media.

Insomma, è sì attendibile, ma fino a un certo punto.

Difatti, non è il solo parametro che devi prendere in considerazione per la scelta delle parole chiave.

1.1.2 Difficoltà

Un altro parametro che influisce sulla scelta delle parole chiave è proprio la difficoltà.

Molto semplicemente, quest’ultima indica lo sforzo, ma anche il tempo necessario per entrare nella Top 10 di Google.

Viene espresso come valore assoluto e, più è alto, maggiore dovrà essere anche il volume e la qualità dei tuoi contenuti, pubblicati al fine di posizionarti proprio per quelle determinate parole chiave.

Insomma, proprio come vedi nell’esempio nell’immagine qui sotto.

In altri termini, le parole chiave “difficili” sono quelle per cui esiste già una buona offerta da parte della rete. Quindi, per “scalzare” i competitor dovrai fare di più e meglio di loro, sempre in termini di quantità e qualità dei contenuti.

Top-10-Google-quanto-tempo-per-raggiungerla-parole-chiave
1.1.3 Rilevanza

Infine, l’ultimo fattore che influenza la scelta della parole chiave per entrare nella Top 10 di Google è proprio la loro rilevanza.

In pratica, lo stesso indica quanto pertinente è una determinata parola chiave in un relativo contesto.

Prendiamo, ad esempio, queste 2: “grande fratello” e “dove vedere il grande fratello”.

Come puoi intuire, la prima ha decisamente meno rilevanza, rispetto alla seconda.

Questo perché la parola chiave “grande fratello” può dire tutto e niente. In altri termini, si può collegare a decine di argomenti diversi.

Al contrario, “dove vedere il grande fratello” ha molta rilevanza, in quanto sottende un topic ben preciso, ovvero le emittenti che lo trasmettono.

1.2 I nostri consigli in merito alle parole chiave

  • Quando sei alle prese con la ricerca delle giuste parole chiave, non ragionare troppo in ottica SEO ma, piuttosto, cerca di pensare come fanno i tuoi possibili clienti/visitatori.
  • Esistono diverse tipologie di parole chiave. Il consiglio migliore che possiamo darti è quello di utilizzare sia le Short-Tail, che le Long-Tail, quando possibile, chiaramente.
  • Nel caso i tuoi prodotti o servizi fossero destinati al mercato locale, ricorda di inserire sempre le così dette “parole chiave regionali”, in modo da essere ancora più specifico.
  • Evita il “keyword stuffing”, ossia l’inserire forzatamente troppe parole chiave fuori contesto. Si tratta di una pratica non ammessa da Google e che può comportare forti penalizzazioni.

2. Prestazioni dell’Hosting

Continuiamo a parlare dei fattori che influenzano il tempo per entrare nella Top 10 di Google con le prestazioni dell’Hosting.

Può sembrare banale, ma se il sito fa fatica a caricarsi, difficilmente gli utenti potranno usufruire dei suoi contenuti.

Non a caso, per Google l’accessibilità è un fattore cruciale.

Questa, poi, va intesta in senso estensivo, fino a comprendere, per l’appunto, la velocità di caricamento della pagine.

Quindi “no”, un Hosting non vale l’altro.

Inoltre, tieni presente che ne esistono di diverse tipologie di cui esaminiamo i dettagli nel sotto-paragrafo seguente.

2.1 Tipologie di Hosting

Di base, esistono 4 tipologie diverse di Hosting e sono:

  1. Hosting Condivisi
  2. VPS – Virtual Private Server
  3. Cloud Hosting
  4. Server Dedicati

Come puoi notare dalla tabella qui sotto, ognuno di loro ha i suoi “Pro” e i suoi “Contro”, così come la scelta di uno – piuttosto che dell’altro – viene dettata da quelle che sono le proprie specifiche esigenze.

Ovviamente, ospitare un semplice blog è una cosa ma, ben altra, è ospitare l’e-commerce di un’azienda di medie dimensioni.

A proposito, dato che l’argomento è bello corposo, c’è la nostra guida sui migliori Hosting italiani veloci ma economici per saperne di più.

HostingProContro
Hosting Condivisi✔️ Costi abbastanza ridotti;

✔️ Facilità di utilizzo e di gestione;
❌ Nessuna possibilità di personalizzare il sistema operativo;

❌ Risorse di sistema abbastanza limitate;
VPS – Virtual Private Server✔️ Fluttuazione minima delle risorse disponibili per via di memoria e potenza garantiti;

✔️ Il traffico di altri siti ospitati non influenza la velocità del tuo;
❌ In caso di errori potresti causare grossi problemi di vulnerabilità e sicurezza;

❌ Prezzi più alti rispetto ai classici Hosting condivisi;
Cloud Hosting✔️ Ottime prestazioni, visto che il traffico viene bilanciato tra i vari server raggruppati nel cloud;

✔️ Facile da usare e pratico da gestire, persino per gli utenti alle prime armi;
❌ Hanno più probabilità di essere vittima di violazioni a causa dei dati scambiati in virtuale;

❌ Le prestazioni posso calare sensibilmente in caso di connessione Internet lenta o instabile;
Server Dedicati✔️ Possibilità di accedere in modo esclusivo a tutte le funzionalità del server;

✔️ Capacità di supportare alti livello di traffico;
❌ È necessario avere ottime competenze tecniche in materia;

❌ Costi molto elevati, anche sotto il profilo della gestione;

2.2 I nostri consigli in merito all’Hosting

  • Non scegliere degli Hosting “a caso”. Valuta sempre l’acquisto in relazione a quelle che sono le tue effettive esigenze.
  • Spendere qualcosa in più correlatamente alle prestazioni dell’Hosting non sono mai soldi buttati ma, bensì, un vero e proprio investimento.
  • Quando possibile, scegli sempre degli Hosting “vicini” a quello che è il tuo pubblico. Ad esempio, se la tua attività si trova in Italia, così come la stragrande maggioranza dei tuoi clienti/visitatori, allora la cosa migliore da fare è proprio quella di utilizzare un Hosting ubicato nel nostro paese, proprio per ridurre la latenza al minimo.
  • Stai muovendo i tuoi primi passi e non sai proprio quale Hosting scegliere? Allora lascia fare a noi di Backlink-Boss, gli unici in grado di offrirti un sito super veloce con 1 click.

3. Età del Dominio

Sempre restando in tema di quanto tempo ci vuole per raggiungere la Top 10 di Google, anche l’età del dominio gioca un ruolo di primo piano.

In parole povere, altro non è che il numero di anni che decorrono a partire dalla sua registrazione.

Di conseguenza, più un sito è “vecchio”, più probabilità ha di permanere proprio nella Top 10 di Google e degli altri principali motori di ricerca.

Al contrario, i siti più “giovani” hanno, indubbiamente, maggiori difficoltà ad ottenere un buon posizionamento.

Non a caso, esistono delle vere e proprie aste di “domini scaduti”, ossia quelli per cui non è stato rinnovato il pagamento.

Aggiudicarseli significa, senz’altro, partire già avvantaggiati.

A proposito, ti stai forse chiedendo se l’estensione di dominio possa influire anch’essa sul posizionamento?

Rispondiamo insieme andando al sotto-paragrafo successivo.

3.1 Dominio ed Estensione di Dominio

Contrariamente a quanto si pensa, anche l’estensione di dominio può influire sul tempo di posizionamento nella Top 10 di Google, sebbene non in modo diretto.

Nel caso non lo sapessi, è quella sigla che segue dopo il “dominio.”.

Prendendo come esempio il nostro sito, ovvero “Backlink-Boss”, la nostra estensione è proprio “.it”.

A dovere di cronaca, ne esistono di diverse tipologie:

  • gTLD: “Generic Top-Level Domains” e comprende le così dette “estensioni generiche” come:
    • .com
    • .org
    • .net
    • recentemente anche: .biz, .info, .xyz
  • sTLD: “Sponsored Top-Level Domains”, ossia quelle estensioni sponsorizzate da enti o aziende specifiche:
    • .gov
    • .edu
    • .mil
    • così come: .jobs, .post, .travel
  • ccTLD: “Country Code Top-Level Domains”, cioè tutte quelle estensioni che identificano uno specifico paese:
    • .it (come nel caso nostro di Backlink-Boss)
    • .us
    • .uk
    • .de e via discorrendo.

3.2 I nostri consigli in merito al Dominio

  • I nomi di dominio più efficaci sono quelli brevi, composti da 1, fino a 3 parole massimo.
  • Per quanto riguarda l’estensione, assicurati che abbia sempre la massima pertinenza con il dominio. Ad esempio “parrucchiereadomicilio.es” è piuttosto “dissonante”, dato il dominio chiaramente italiano e l’estensione spagnola. È più corretto impostarlo così: “parrucchiereadomicilio.it”.
  • Prima di registrare il nome di un dominio, verifica che questo non sia già un marchio o un brand.
  • Molto spesso, è possibile acquistare il dominio direttamente in accoppiata con l’Hosting.
  • Per gli approfondimenti ti rimandiamo alla nostra guida dedicata proprio alla correlazione tra SEO ed estensione di dominio, completa di tutti i dettagli.

4. Qualità dei Contenuti

Arrivati a questo punto della nostra guida in merito alla Top 10 di Google e quanto tempo serve per raggiungerla, apriamo una bella parentesi in merito alla qualità dei contenuti.

Infatti, chi si affaccia a questo mondo per la prima volta può venire tratto in inganno da certi guru del “web marketing”.

Alcuni di questi fanno intendere che sia tutta una questione di tecniche di chissà quale tipo.

Certo, la SEO (di cui parleremo nel dettaglio tra poco) è fondamentale se vuoi posizionare il tuo sito come si deve.

Tuttavia, la stessa diventa inutile nel momento in cui non vi sono contenuti di reale qualità.

Insomma, per scolpire una bella statua è sì fondamentale che lo scultore sia bravo.

Al tempo stesso, però, questo deve avere la “sostanza” da modellare.

Senza di questa, la sua abilità risulterebbe del tutto vana.

Ecco, lo stesso ragionamento può essere applicato anche alla relazione che intercorre tra la SEO (lo “scultore”) e la qualità dei contenuti (la materia prima da “scolpire”).

4.1 Piano Editoriale Vs Calendario Editoriale

Postare materiale inedito e, soprattutto, utile per gli utenti, è solo il primo passo verso il posizionamento nella Top 10 di Google.

Difatti, è essenziale anche “saperlo presentare” con un certo ordine logico-consequenziale.

Da un lato ciò permette agli utenti di comprendere meglio il topic da te trattato, sia in linea generale, che nei dettagli più specifici.

Dall’altro, però, consente anche ai motori di ricerca di “farsi un’idea” in merito ai contenuti del tuo sito.

Quindi, prima di postare qualcosa, assicurati di aver realizzato:

  • Piano Editoriale: si intende l’insieme delle fasi che vanno dalla ricerca del topic, fino all’analisi dei dati riferiti ai contenuti pubblicati.
  • Calendario Editoriale: si tratta di un documento in cui viene scandito l’ordine di pubblicazione dei contenuti decisi proprio durante la realizzazione del piano editoriale.

4.2 I nostri consigli in merito ai Contenuti

  • Può sembrare banale, ma devi accertarti che i tuoi contenuti non presentino errori di grammatica e di ortografia. Infatti, Google penalizza anche questi ultimi.
  • Non copiare gli articoli degli altri perché quando Big G trova 2 contenuti identici, esclude automaticamente dall’indicizzazione quello più recente.
  • Quando scrivi (o fai scrivere), non focalizzarti eccessivamente su chissà quali tecniche persuasive. Al lettore (quindi, di conseguenza, anche a Google) interessa trovare articoli di qualità e realmente in grado di risolvergli dei problemi.
  • Hai il “blocco dello scrittore”? Allora dai uno sguardo a cosa pubblica la concorrenza e cerca di capire come farlo meglio e in modo più accurato.
  • Nella nostra guida in cui parliamo di come aumentare il coinvolgimento dei lettori troverai ulteriori dritte e consigli vari.

5. Attuazione tecniche SEO

Tra i fattori che influenzano il tempo di posizionamento nella Top 10 di Google c’è, ovviamente, l’adozione delle tanto chiacchierare tecniche SEO.

Entrando più nel dettaglio, è possibile suddividere la “Search Engine Optimization” in 3 ulteriori sotto-categorie:

  1. SEO On-Site
  2. SEO On-Page
  3. SEO Off-Page

Insomma, le tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca si possono attuare su più fronti, in modo tale da massimizzare i propri sforzi e investimenti.

5.1 SEO On-Site

Con il termine “SEO On-Site” ci si riferisce specificatamente a quelle tecniche che hanno lo scopo di ottimizzare il sito nel suo insieme.

A tal proposito, gli elementi su cui puoi intervenire sono l’Hosting e il Dominio di cui abbiamo già parlato, ma anche:

  • Architettura: è l’organizzazione gerarchica dei contenuti che viene impostata mediante categorie, sotto-categorie, prodotti e-commerce/articoli del blog e tag.
  • Autorevolezza: comprende, a sua volta, diverse variabili, di cui le più importanti sono l’esperienza dell’utente e l’entità del traffico del sito stesso.

In poche parole, Google e gli altri principali motori di ricerca premiano tutti quei siti fatti bene perché favoriscono una navigazione più comoda ed efficace agli utenti, unitamente all’opera di crawling da parte dei “bot”.

5.2 SEO On-Page

Quando parliamo di SEO On-Page, vuol dire che ci stiamo riferendo a tutte quelle tecniche mirate ad intervenire su:

  • Titolo
  • Header 1 (H1)
  • Header 2 a seguire
  • Immagini con Alt Text
  • URL (e Slug)

Senza farla troppo complicata, quelli appena elencati sono gli elementi tali per cui si può intervenire pagina per pagina.

Inoltre, tieni presente che anche l’inserimento tanto di link interni, quanto di link esterni è importantissimo in ottica SEO.

Il primo, infatti, “veicola” sia gli utenti che i crawler dei motori di ricerca all’interno dei contenuti, pubblicati, ovviamente, secondo il piano editoriale di cui abbiamo appena parlato.

Ecco perché è così importante realizzarlo.

Grazie ad esso, infatti, sarai in grado di dare una struttura logico-consequenziale a tutte le tue pubblicazioni, oltre che una certa regolarità.

I secondi, invece, hanno lo scopo di “supportare” i nostri contenuti, dal momento che, principalmente, si linka sempre verso fonti autorevoli (Wikipedia, Treccani, ANSA e via dicendo).

5.3 I nostri consigli in merito alla SEO

  • Per quanto riguarda i diversi ambiti, la vera abilità consiste del portare avanti SEO On-Site, SEO On-Page e SEO Off-Page con la massima sinergia.
  • Da sole, le tecniche SEO non servono a nulla. Infatti, la loro funzione è proprio quella di ottimizzare un qualcosa che già c’è, ovvero il tuo contenuto.
  • Valuta di installare qualche plugin per ottimizzare le immagini: sono una sorta di “arma” potentissima ma, purtroppo, “pesano” e rallentano il sito.
  • Hai bisogno di ulteriori informazioni? Allora, ti invitiamo a leggere la nostra guida completa alla SEO del tuo sito, in modo da scoprire anche tutti gli altri dettagli.

6. Link Earning e Link Building – SEO Off-Site

Infine, concludendo la rassegna dei fattori che influenzano il tempo per entrare nella Top 10 di Google ci sono anche Link Earning e Link Building, due attività che rientrano nella così detta “SEO Off-Site”, ossia l’ottimizzazione “fuori dal sito”.

Devi sapere, infatti, che Google premia in modo considerevole tutti quei siti che ricevono un buon numero di “Backlink”, ovvero link esterni, ma in entrata.

Poco fa abbiamo visto che è bene inserirli nei propri contenuti al fine di conferire loro maggiore autorevolezza, giusto?

Bene, ciò significa che chi viene linkato spesso da altri è, per l’appunto, decisamente autorevole, quindi meritevole di stare nelle prime posizioni dei motori di ricerca.

Arrivati a questo punto, sorge spontanea una domanda: come ottenere questi Backlink? La risposta a questa e al altre domande la trovi nei sotto-paragrafi a seguire.

6.1 Cos’è il Link Earning?

“Link Earning” significa letteralmente “guadagno dei link” e, in soldoni, si tratta di un’acquisizione di Backlink naturale e spontanea.

In pratica, man mano che pubblichi contenuti di qualità, prima o poi verrai notato e, di conseguenza, linkato da altri in qualità di fonte autorevole.

Quindi, trattasi a tutti gli effetti di un processo passivo.

Insomma, la Link Earning prende piede solo a seguito del lavoro di creazione e pubblicazione di contenti da parte tua.

In definitiva, se hai già un sito e ci hai caricato materiale di alta qualità, molto probabilmente stai facendo Link Earning anche in questo preciso istante.

6.2 Cos’è il Link Building?

Contrariamente alla Link Earning, con il termine “Link Building” si intente un’acquisizione di Backlink in modo “artificiale”.

In tal caso, quindi, trattasi di un processo attivo che, per l’appunto, viene svolto al di là di quello che è il contesto del proprio sito.

Alcuni considerano tale pratica molto rischiosa per via di possibili penalizzazioni da parte di Google.

Altri, come noi di Backlink-Boss, sostengono invece che sia tutta questione di come viene svolta la Link Building, piuttosto che l’attività in sé stessa.

Ecco perché, nel caso fossi alla ricerca di Backlink italiani e di qualità, ti consigliamo si lasciar perdere altre sistemi e di rivolgerti subito a noi.

Top 10 di Google: come funzionano i crawler?

Ovviamente, nessuno conosce nel dettaglio il funzionamento dei crawler di Google, ad esclusione del suo personale.

Tuttavia, possiamo farci comunque un’idea generale.

Senza rendere la questione troppo complicata, i crawler, detti anche “bot”, “Google bot” o “spider” sono dei software il cui scopo è quello di scansionare ogni sito web che viene messo online.

Per far ciò, i crawler si avvalgono dei link che trovano, man mano che proseguono nella loro attività.

Giusto per darti qualche indicazione in merito alle prestazioni, i Google bot riescono a scansionare 1 milione di GB di pagine in una sola frazione di secondo.

Detto questo, con il diffondersi dell’uso dei device mobili, oggigiorno i motori di ricerca “sguinzagliano” per la rete 2 tipi di bot:

  • Crawler Desktop: simula la visita da parte di un utente mediante laptop.
  • Crawler Mobile: simula la visita da parte di un utente mediante smartphone o tablet.

Inoltre, ci teniamo a specificare che i crawler non vanno confusi con i così detti “fetcher”.

Questi ultimi, infatti, hanno la funzione di scansionare un singolo URL su espressa richiesta da parte dell’utente.

Ultimi consigli per raggiungere la Top 10 di Google più velocemente

  1. Non farti ossessionare dal posizionamento. Infatti, si tratta di un processo che si sviluppa nel tempo. Quindi, abituati ad essere paziente.
  2. Quando realizzi i tuoi contenuti, non farlo avendo come unico obiettivo il posizionamento in cima ai risultati. Cerca, invece, di creare e di pubblicare qualcosa che sia davvero utile per chi ti segue.
  3. Sebbene ne abbiamo già parlato nel corso dei precedenti paragrafi, una volta deciso e intrapreso il piano editoriale, monitora sempre l’andamento grazie agli “insight”.
  4. Evita come la peste tutte le tecniche di “Black Hat SEO”, ossia quelle espressamente vietate da Google, pena la definitiva esclusione dai suoi database.
  5. Se stai affrontando la questione legata al Link Building, dai uno sguardo alla nostra gida in cui parliamo di quanti Backlink acquistare e con che frequenza.
  6. Nel caso non vedessi più il tuo sito in cima ai risultati, non preoccuparti perché Google varia periodicamente gli algoritmi che regolano i bot. Se hai fatto tutto “a regola d’arte”, vedrai che ci tornerai molto presto.
  7. Una volta raggiunto il primo posto, dovrai sempre insistere con un alto standard, proprio per continuare a rimanerci.

Quanto tempo ci vuole per raggiungere la Top 10 di Google: conclusioni

  • Spesso, gli utenti meno esperti tendono a confondere l’indicizzazione con il posizionamento, nonostante siano 2 concetti diversi tra loro.
  • Il primo, infatti, consiste nell’inserimento di un sito web (ma anche una singola pagina web) all’interno di un database del motore di ricerca.
  • Il posizionamento, invece, è “visibilità” del sito web all’interno dei risultati di ricerca, a seguito della sua stessa indicizzazione.
  • E ancora, ricorda che esiste il posizionamento a pagamento (quindi, con gli “Ads”) e quello organico.
  • Quindi, quanto tempo ci vuole per raggiungere la Top 10 di Google? Ad esclusione dell’indicizzazione a pagamento, con quella organica ci vogliono un paio di mesi nel migliore dei casi, fino ad arrivare a diversi anni.
  • Infatti, tale intervallo temporale è influenzato dai seguenti fattori: Parole Chiave, Prestazioni dell’Hosting, Età del Dominio, Qualità dei Contenuti, Attuazione tecniche SEO, Link Earning e Link Building.
  • A proposito di Link Building, non comprare backlink a caso e rivolgiti subito a noi di Backlink-Boss per avere i migliori italiani e garantiti.